Comunicare le dimissioni volontarie

Descrizione

Comunicare le dimissioni volontarie

I dipendenti di una Pubblica Amministrazione che intendono dimettersi devono comunicarlo appositamente all'ente.

L’Amministrazione può rifiutare le dimissioni solo se:

  • non è decorso il giusto tempo di preavviso
  • c’è un procedimento disciplinare a carico del dipendente pubblico, avviato prima delle sue dimissioni.

Le dimissioni volontarie non hanno effetto immediato. Il dipendente è infatti tenuto a rispettare dei termini di preavviso che sono definiti nel Contratto collettivo nazionale di lavoro del personale del comparto delle regioni e delle autonomie locali, per il biennio economico 2004-2005, art 12 e che variano in base all'anzianità del dipendente e al ruolo ricoperto nell'Amministrazione:

  • due mesi per dipendenti con anzianità di servizio fino a cinque anni
  • tre mesi per dipendenti con anzianità di servizio fino a dieci anni
  • quattro mesi per dipendenti con anzianità di servizio oltre dieci anni.

I termini di preavviso decorrono dal primo o dal sedicesimo giorno di ciascun mese.

La parte che risolve il rapporto di lavoro senza l'osservanza dei termini suddetti è tenuta a corrispondere all'altra parte un'indennità pari all'importo della retribuzione spettante per il periodo di mancato preavviso. L'amministrazione ha diritto di trattenere su quanto eventualmente dovuto al dipendente, un importo corrispondente alla retribuzione per il periodo di preavviso da questi non dato, senza pregiudizio per l'esercizio di altre azioni dirette al recupero del credito.

Approfondimenti

Durante il periodo di preavviso i dimissionari non possono usufruire:

  • delle ferie maturate
  • del congedo matrimoniale, che prorogherebbe la data di risoluzione del rapporto di lavoro.
  • la malattia

I lavoratori pubblici che intendono andare in pensione devono presentare le dimissioni con sei mesi di anticipo rispetto alla data prevista per la pensione.

Una volta ricevuta la domanda di pensionamento, l'Amministrazione tramite INPS:

  • controlla che i versamenti contributivi siano regolari
  • procede a eventuali correzioni se ci sono periodi di servizio o retribuzioni mancanti o incompleti
  • inserisce i dati "Ultimo Miglio" in Passweb.

I dipendenti assunti da una nuova Amministrazione devono dimettersi dall'Amministrazione originaria e possono avvalersi del diritto di conservazione del posto, come previsto dall'art.20, comm. 1, CCNL 21/05/2018

Significa che, durante il periodo di prova nella nuova Amministrazione, il dipendente può "conservare" il proprio posto nell'Amministrazione originaria, senza però essere retribuito. In questo modo, se il lavoratore non dovesse superare il periodo di prova nella nuova Amministrazione, può fare domanda per rientrare nella qualifica e nel profilo che occupava prima delle dimissioni nell'Amministrazione originaria.

Le dimissioni sono un atto unilaterale recettizio per cui non serve l'approvazione dell'amministrazione. Le dimissioni sono quindi irrevocabili ed efficaci dal momento in cui l'Amministrazione ne viene a conoscenza.

Per revocare le proprie dimissioni è invece necessario il consenso dell'ente. 

In ogni caso, la retribuzione non sarà corrisposta per il periodo in cui è mancata la prestazione.

Il dipendente che ha presentato le proprie dimissioni può richiedere di ricostituire il rapporto di lavoro ai sensi dell'art. 26 CCNL 14/09/2020.

La richiesta deve essere presentata entro cinque anni dalla data delle dimissioni.

Se accolta, il dipendente sarà ricollocato nella medesima o categoria e posizione economica ricoperta al momento delle dimissioni, secondo il sistema di classificazione applicato nell’Amministrazione.